Quando mangiare le mele con la glicemia alta? Incredibile

Mela trigliceridi alti, 130 di glicemia

In caso di trigliceridi alti è particolarmente importante curare l’alimentazione. I trigliceridi sono una forma di grasso naturalmente presente nel sangue, dove solo una parte di questi dipende strettamente da ciò che ingeriamo. Molti non sanno infatti che i trigliceridi sono prodotti dal nostro stesso organismo come stoccaggio di energia. Il problema è quando si verifica una condizione di ipertrigliceridemia causato da un’alimentazione eccessivamente ricca di grassi e zuccheri semplici. Questi ultimi hanno effetto anche sulla glicemia, che risponde con bruschi innalzamenti causando picchi glicemici. Che effetto hanno le mele in questa situazione?

Mela trigliceridi alti, 130 di glicemia

Ipertrigliceridemia e glicemia, quale correlazione?

Il primo dato, curiosamente, si associa spesso non solo ad una aumentata pressione arteriosa (che porta la situazione di rischio complessiva a livelli abbastanza alti) ma anche ad aumentati livelli di glicemia a digiuno. L’ipertrigliceridemia è di fatto un marker della sindrome metabolica, naturale quindi trovarsi con alti livelli di glicemia in presenza di trigliceridi alti. In questo caso un piccolo frutto presente in tutte le nostre case può rivelarsi un prezioso alleato: la mela.

Mela e glicemia, ecco perché funziona

La mela è un frutto dalle innumerevoli proprietà, tra cui troviamo la capacità, pur modesta, di aiutarci a ridurre i livelli di glicemia. Questo perché con sole 52 calorie ogni 100 gr di prodotto (e lo 0,2% di grassi) la mela apporta ben 107 mg di potassio, vitamina C (4,6 mg) e fibra (2,4 g). Tutte e tre queste sostanze sono in grado di abbassare l’indice glicemico di un alimento. E’ quindi ideale da consumarsi a colazione per rompere il digiuno, o prima dei pasti. Le fibre a contatto con l’acqua (di cui la stessa mela è ricca) sono in grado di estendersi e ritardare l’assorbimento degli zuccheri assunti durante il pasto. Inoltre è ricca di pectina, sostanza che intrappola gli zuccheri riducendone l’assorbimento a livello intestinale.