Cosa succede se mangi prosciutto con il colesterolo alto e l’ipertensione? Incredibile

Prosciutto colesterolo alto e ipertensione

Il prosciutto sarebbe un alimento da evitare sia in caso di colesterolo alto che di ipertensione. Si tratta di due patologie molto serie dell’apparato cardiocircolatorio, che aumentano di molto il rischio di ictus o infarto. Il prosciutto è da evitare anche in caso di glicemia alta.

Il prosciutto è particolarmente apprezzato in quanto particolarmente saporito. Questa sapidità gli viene purtroppo dall’elevato contenuto di sodio: in una sola porzione di prosciutto crudo, circa 50 gr, c’è il 25% della dose giornaliera massima di sale.  Quindi, cosa succede se mangi prosciutto con il colesterolo alto e l’ipertensione?

Prosciutto colesterolo alto e ipertensione

 

Ipertensione e sale contenuto nel prosciutto: si può^

Le persone che soffrono di ipertensione dovrebbero evitare questo affettato per il motivo sopra descritto. Sarebbe precluso anche a chi soffre di colesterolo in quanto particolarmente ricco di grassi saturi.

Il prosciutto crudo è ricco anche di calorie, ben 235 ogni 100 gr di prodotto. Il suo pregio potrebbe essere l’elevato apporto di proteine (14%) ma contiene anche numerosi grassi (18%). Fortunatamente apporta anche un discreto numero di minerali quali fosforo, potassio, ferro e vitamine del gruppo B oltre a vitamina E. Purtroppo contiene anche numerosi additivi, un altro problema a carico di chi ha problemi di pressione alta.

Prosciutto e patologie, cosa succede

Il prosciutto contribuisce all’aumento del colesterolo cattivo, noto anche come LDL, provocando arteriosclerosi, la formazione di placche all’interno dei vasi sanguigni. Oltre al prosciutto sarebbero da evitare tutte le carni rosse, lavorante e gli insaccati in generale. Pur apportando qualche modesto vantaggio, mangiare prosciutto con queste due patologie aumenta notevolmente i fattori di rischio a carico del cuore. Se proprio non vi si vuole rinunciare, è importante limitarsi, magari relegando il consumo ad un paio di volte la settimana ed inserendolo in un piano alimentare più bilanciato.