Uva e diabete. Proprietà, controindicazioni e cosa contiene la buccia dell’uva

uva diabete

L’uva vanta numerose proprietà interessanti e persino medicinali: si dice che le sue qualità siano tante quante le varietà esistenti. Tanto da venire spesso impiegata sia in campo fitoterapico e cosmetico. L’uva è principalmente ricca di acqua (80,3%) e ogni 100 gr di prodotto apporta 61 kg. E’ ricca di carboidrati composti da fruttosio e glucosio per una percentuale del 15,6%, mentre le fibre costituiscono 1,5% del frutto. Il quantitativo di grassi è praticamente nullo. L’uva è uno dei pochi frutti sconsigliati a chi soffre di diabete a causa del suo indice glicemico. Vediamo proprietà, controindicazioni e cosa contiene la buccia dell’uva.

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Proprietà dell’uva ed effetti

L’uva è particolarmente ricca di Sali minerali come potassio (1921 mg) in grado di regolare la pressione e gestire la contrazione muscolare del corpo, inclusa quella del cuore. L’uva contiene anche manganese, rame, ferro e fosforo. L’uva apporta anche vitamine: sono presenti la vitamina C, la B1, la B2, la PP e la A. L’uva è altamente nutriente, grazie al suo grado zuccherino compresente con le vitamine del gruppo B, in grado di trasformare il cibo in energia, La buccia dell’uva è ricca di cellulosa, una sostanza difficile da digerire. L’uva viene consigliata in caso di fragilità capillare e insufficienza venosa agli arti, specie inferiori, in quando questo frutto migliora decisamente lo stato di vene, arterie e circolazione.

Uva e glicemia, quale verità

Molti medici sono chiari e rigorosi: in caso di diabete, l’uva è uno dei pochi frutti vietati in assoluto. Altri la concedono, occasionalmente e preferibilmente lontana dai pasti. Pur essendo moderatamente lassativa l’uva non agisce in maniera regolatrice contro la glicemia alta. In caso di diabete dunque, meglio evitarla il più possibile. L’uva è ricca di proantocianidine, sostanze antiossidanti che proteggono dallo stress ossidativo e utili come coadiuvanti delle terapie chemioterapiche nei pazienti in cura per cancro. In particolare aiuterebbero nell’arginare gli effetti collaterali della terapia.