Il miele contiene fruttosio, lo “zucchero buono”. Cosa significa?

Il miele è un prodotto creato dalle api domestiche, a partire dalla melata o dal nettare bottinato nelle infiorescenze nell’arco di 1 km dall’alveare. Esistono numerose qualità di miele, di cui il più famoso è il millefiori, seguito dall’acacia e dal miele di melata. Sono molto interessanti anche il miele di castagno, di ailanto, di asfodelo, di agrumi. Al miele sono attribuite numerose proprietà, sia generiche che specifiche a seconda della qualità. Ad esempio il miele di castagno si rivela particolarmente utile nel trattamento delle infezioni respiratorie, in caso di tosse e mal di gola, oltre ad essere un buon digestivo.

Caratteristica fondamentale e comune del miele, il fruttosio

Esattamente come lo zucchero, anche il miele contiene fruttosio e glucosio. La differenza si trova nel rapporto tra questi due composti. Nello zucchero infatti queste sostanze sono presenti nella misura del 50%. Il miele invece ha un rapporto di 30% di glucosio e meno del 40% di fruttosio. Questo perché l’enzima contenuto nelle ghiandole salivari delle api trasforma quasi tutto il saccarosio del nettare in fruttosio, Conosciuto anche come “zucchero della frutta” il fruttosio è un ottimo dolcificante ed è considerato uno zucchero buono. Si tratta di uno zucchero semplice, e vanta un apporto glicemico inferiore rispetto agli altri zuccheri (19-23 calorie ogni 100 gr di prodotto), contro il saccarosio (68) e glucosio (100) molto più incisivi.

Ma il fruttosio è davvero così buono?

Sembra però che un consumo eccessivo di fruttosio crei dipendenza. Inoltre non garantisce la corretta secrezione di insulina, col rischio di creare sovrappeso ed obesità. Il fruttosio inoltre, se usato smodatamente, può causare problemi digestivi, diarrea e meteorismo. Insomma anche del miele, nonostante le sue innumerevoli proprietà, è bene non abusare. Il fruttosio è in grado di fornire energia a lungo termine, rallentando l’assorbimento degli altri carboidrati.