Cosa succede a chi mangia 50 gr di uva nera per il cuore, il fegato e la glicemia? Incredibile

Uva nera cuore glicemia colesterolo

L’uva nera contiene una sostanza chiamata resveratrolo, in grado di fluidificare il sangue e migliorare così la salute del cuore, riducendo il rischio di infarto ed ictus. Questa sostanza è utile anche per la salute del fegato. Una volta  questa frutta era reperibile solo in estate/autunno, ma adesso grazie ai trasporti, pur a caro prezzo è possibile trovare uva quasi tutto l’anno.

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Uva nera amica del cuore

L’uva nera è una buona alleata della salute cardiaca. Per dimostrarlo si sono mossi addirittura i ricercatori del Crea, in collaborazione con l’università di bari. Lo studio ha scoperto che se consumata regolarmente l’uva da tavola migliora la fluidità del sangue. Le sostanze più attive in questo frangente sono quercetina e resveratrolo, in grado di ridurre il rischio di aterosclerosi.

L’uva è particolarmente ricca di polifenoli, antiossidanti dalle capacità ipolipemizzanti e antinfiammatorie. L’uva scura è la migliore per la difesa del cuore, perché molti dei polifenoli si concentrano nella sua buccia. Ricca di potassio, è in grado di ridurre anche il rischio di ictus e altre patologie.

Fegato più sano grazie all’uva

L’uva è in grado di stimolare ben tre organi del nostro corpo: reni, fegato e intestino.  Anche in questo caso la sostanza più attiva sono i polifenoli, che agiscono come antinfiammatori sui marcatori responsabili della condizione di obesità a livello del fegato. Un moderato consumo d’uva quindi migliora anche il nostro peso, a condizione di non esagerare perché si tratta comunque di un frutto particolarmente zuccherino. Sembra che la buccia svolga un azione preventiva anche contro alcune patologie a carico del fegato.

Glicemia ed uva vanno d’accordo?

Il resveratrolo presente nella buccia sembra in grado di contrastare la glicemia, specie di tipo 2. Questa sostanza agisce aumentando il numero di recettori del glucosio. Non ha un indice glicemico particolarmente basso, ma nemmeno insostenibile, che va dai 45 ai 59 in base al grado di maturazione e quindi zuccherino. Specialmente se consumata lontano dai pasti può essere una buona scelta anche per chi soffre di diabete.