La data di scadenza sui cibi non è sempre un limite oggettivo. Molto dipende dal tipo di cibo: alcuni sono più delicati di altri, e gli effetti variano molto in base a questo dato. Inoltre è bene prestare attenzione alla dicitura con cui è riportata la scadenza. Se sulla confezione è scritto “consumare preferibilmente entro il” significa che il prodotto potrebbe essere ancora buono anche dopo la data di scadenza. In quel caso è bene verificare l’integrità della confezione, del prodotto e odore e consistenza. Nel caso la dicitura dica “da consumarsi entro il” è sicuramente meglio attenersi all’indicazione.
Data di scadenza, come si calcola
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Al contrario di quello che molti temono, la data di scadenza non coincide con un’auto distruzione del prodotto. La data di scadenza viene calcolata su appositi stress-test in cui il prodotto alimentare viene sottoposto a condizioni di conservazione estreme. Ad esempio vengono alternati caldo e freddo, e viene misurato in quale tempo questo perde prima le qualità organolettiche e dopo la commestibilità. La differenza tra i prodotti che vanno consumanti preferibilmente o entro una certa data, è che nel secondo gruppo gli alimenti oltre a perdere ad esempio consistenza, gusto o proprietà, rischiano di diventare tossici.
Intossicazione alimentare e mozzarella, rischio possibile
La mozzarella, come tutti i prodotti a base di latte e di origine animale, sono particolarmente delicati. Il rischio, consumando mozzarella scaduta, va dal semplice mal di pancia alla vera e propria intossicazione alimentare. Questa si può manifestare con diarrea, mal di stomaco, crampi, fino ad arrivare a mal di testa e sintomi neurologici. Insomma il rischio non vale decisamente la pena: se avete una mozzarella che langue da più o meno tempo dalla data di scadenza nel vostro frigo, buttatela senza pensarci. La stessa cosa vale per formaggi e latte fresco, mentre lo yogurt ha una tolleranza maggiore, unica eccezione nei prodotti a base di latte.