Le prugne secche si ottengono dall’essiccazione di alcuni particolari varietà di prugne viola tipo le D’Entes o le Stanley. Eliminando il loro contenuto di acqua, le prugne acquisiscono conservabilità e mantengono intatte le sostanze nutritive. Purtroppo le prugne secche hanno un elevato contenuto di calorie: ben 240 per 100 gr di prodotto. Restano bassi invece i grassi: appena 0,4 gr e 0 mg di colesterolo. Altissimo il contenuto di potassio (720 mg) che ne fanno un vero alleato per il cuore. E’ ottimo anche il livello degli altri minerali (calcio 43 mg, magnesio 41 mg e ferro 0,9 mg). Le prugne secche mantengono anche le vitamine ( C e B6). Ma è possibile mangiare prugne secche con il diabete e la glicemia alta?
Le prugne secche sono note soprattutto per le loro qualità lassative, apprezzabili sia nell’uso immediato che come abitudine utile ad ammorbidire le feci e migliorare stabilmente il transito intestinale. In quest’ultimo caso il quantitativo consigliato è di 5/6 prugne al giorno, preferibilmente reidratandole in acqua tutta la notte. Le prugne secche sono molto sazianti e grazie al loro contenuto di fibre evitano attacchi di fame e aiutano la perdita di peso. Sono ideali consumate come spuntino in ogni stagione, e sono ideali anche per ripristinare i sali minerali persi con la sudorazione o l’attività fisica, configurandosi come spezzafame perfetto anche per gli sportivi.
Un consumo abituale di prugne secche contribuiscono ad abbassare del 18% l’insorgenza del diabete di tipo 2. Ma nel breve periodo possono aiutarci anche a ridurre i livelli di glicemia nel sangue. Il loro elevato contenuto di fibre, associate all’assunzione di acqua, ha la l’effetto di allungare i tempi di digestione e quindi di assorbimento degli zuccheri presenti nel sangue. Le prugne secche hanno però un indice glicemico elevato, pari a 52. Meglio quindi non superare i 5-6 pezzi al giorno, equivalenti a circa 40 gr.
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