Salute

Uva benefici e diabete. Proprietà e controindicazioni. Cosa contiene la buccia dell’uva

Il diabete non è più una condizione stringente come ai tempi della sua scoperta, dove questa patologia consisteva in una condanna a morte. Grazie alla scoperta dell’insulina, e i moderni studi sull’alimentazione, questa patologia può e deve essere tenuta sotto controllo. Oggi sappiamo anche che mantenere la glicemia bassa previene la formazione di grasso. Tutti gli zuccheri che la nostra insulina, prodotta dal pancreas, non riesce a processare, viene infatti tramutata in grasso. Per molto tempo, e ancora oggi alla diagnosi, chi è affetto da diabete pensa di dover rinunciare alla frutta. Un’idea assolutamente sbagliata e contro producente, dato che la frutta è uno dei pochi “cibi contenenti cibo” di cui ci nutriamo. Mangiando cotto, fritto e condito, spesso annulliamo gran parte dei benefici che gli alimenti apporterebbero.

Frutta si, frutta no: come comportarsi in caso di diabete

Nonostante questa buona notizia, esistono alcuni frutti da evitare, e purtroppo tra questi compare l’uva. A causa del suo elevato grado zuccherino e del suo indice glicemico, l’uva viene rapidamente tramutata in glicemia alta. Altri frutti da evitare sono il cachi e le banane. Al contempo però l’uva apporta sali minerali preziosi per la formazione dell’emoglobina. L’uva è anche in grado di stimolare la secrezione della bile, favorendo così la digestione. L’uva inoltre è altamente diuretica e le sue vitamine agiscono come antiossidante.

Proprietà dell’uva riguardo il diabete

Uno studio condotto dall’Università del Michigan ha dimostrato come i chicchi d’uva rossa manifestino una funzione antagonista rispetto al diabete di tipo 2. Come già noto inoltre, svolgono un’azione protettiva nei confronti dell’apparato cardiocircolatorio, sistema particolarmente interessato dai danni secondari del diabete. L’uva ha un’azione benefica anche contro il colesterolo, grazie al resveratrolo, particolarmente presente nella buccia ma contenuto anche negli acini. La stessa sostanza è comunque reperibile nel mirtillo e previene l’ossidazione delle molecole responsabili del trasporto del colesterolo cattivo (LDL nel sangue.

Sara Ester

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