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Quali alimenti possono essere consumati dopo la data di scadenza? Chiariamo

Quando un prodotto nel frigorifero o nella dispensa ha superato la data di scadenza, deve essere scartato immediatamente? Ogni prodotto ha qualità diverse che devono essere rispettate. Spesso trascuriamo la data di scadenza di un prodotto che è stato conservato in frigorifero o in dispensa ben oltre la data prevista dalla legge. Cosa si deve fare?

Si ritiene che ogni anno migliaia di tonnellate di cibo vengano sprecate e gettate via. L’Italia, come la maggior parte dei Paesi del mondo, ha tuttavia un tasso di spreco alimentare estremamente elevato (pari a circa 7,8 milioni di tonnellate all’anno). Vediamo cosa dice la legge a questo proposito, dato che a volte capita che un gran numero di persone si dedichi a questo comportamento per mancanza di esperienza nella lettura delle etichette.

A seconda del tipo di alimento e del modo in cui è stato conservato, non è sempre necessario gettare immediatamente gli alimenti scaduti.

Sui prodotti con una durata di conservazione inferiore a tre mesi (yogurt, formaggi stagionati, latte, sughi pronti), devono essere indicati il giorno e il mese di scadenza.

Per i prodotti con scadenza fino a 18 mesi (merendine, biscotti, maionese), devono essere indicati il mese e l’anno; per gli alimenti con scadenza più lunga (pasta, pesce in scatola, succhi di frutta, conserve e marmellate), è richiesto solo l’anno. Queste norme si applicano solo se il prodotto è stato conservato correttamente, ed è sempre consigliabile annusare il prodotto prima di consumarlo o darlo ai minori.

La legge vieta l’ingresso e l’uscita di alimenti deperibili dopo la data di scadenza.

Esaminiamo le prove. Gli yogurt possono essere consumati fino a sette giorni dopo la data di scadenza se i loro valori nutrizionali sono diminuiti ma le loro proprietà organolettiche rimangono inalterate. Come previsto dalla legge, la data di scadenza del latte fresco pastorizzato e del latte fresco pastorizzato di alta qualità indica che deve essere gettato il sesto giorno successivo al trattamento termico.

Per quanto riguarda i formaggi, ci sono differenze significative tra le varietà stagionate e quelle fresche: nel primo caso, si svilupperà solo una piccola quantità di muffa quando esposta all’ossigeno, che può essere facilmente rimossa con un coltello, mentre nella seconda situazione, devono essere scartati. Anche qualche giorno in più può essere dannoso per la qualità degli affettati, poiché i microrganismi possono infiltrarsi nella confezione di plastica e contaminare la carne.

Le uova crude dovrebbero essere consumate entro tre giorni dalla data di scadenza, mentre quelle cotte dovrebbero essere consumate entro una settimana.

Non ci sono invece problemi con la pasta secca e il riso, che spesso hanno date di scadenza che vanno da due a due anni e mezzo. Tuttavia, devono essere conservati in modo da evitare che farfalle e altre piccole creature entrino nella confezione.

Le conserve scadute rimangono commestibili fino a due anni dopo la data di scadenza.

Il pesce e i piatti a base di pesce possono essere consumati fino a due mesi dopo la data di scadenza riportata sulla scatola. Anche in questo caso, si parla di 1-2 mesi dopo la data di scadenza del pesce in scatola.

L’olio extravergine di oliva di buona qualità può essere consumato fino a otto mesi dopo la data di scadenza indicata sull’etichetta.

Da sei a dodici mesi dopo la scadenza, è consigliabile consumare succhi di frutta in contenitori di plastica o di vetro, perché potrebbero perdere il loro sapore e le loro caratteristiche organolettiche.

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