Il latte è un alimento molto comune nelle case degli italiani, considerato da molti irrinunciabile durante la colazione. Ma viene utilizzato anche in molte altre occasioni: come bevanda rinfrescante, per allungare il caffè della pausa, come ingrediente di dolci o nella preparazione di frullati. Ma quale latte preferire tra parzialmente scremato o intero? Ecco le differenze e come effettuare una scelta oculata secondo le proprie esigenze.
Il latte è il prodotto della mungitura di alcuni mammiferi, generalmente di capra, di pecora o di vacca (latte vaccino, nonché il più diffuso). Quest’ultimo è una ottima fonte di calcio, fosforo e proteine facilmente assimilabili, ad alto valore biologico. Contiene inoltre riboflavina (vit. B2), ma nella versione intera possiede un’elevata quantità di calorie e grassi. Attraverso procedure industriali si è arrivato perciò ad ottenere versioni di latte vaccino con minor contenuto di trigliceridi e colesterolo: il latte intero, il latte parzialmente scremato ed il latte scremato. Il procedimento chiamato “scrematura“ mira a diminuire il quantitativo dei grassi. Questo grazie ad una tecnica nota come centrifugazione, in cui il latte viene sottoposto ad una centrifugazione di circa 7000 giri/minuto, atta a separare il grasso dal resto del latte, ottenendo risultati con minor contenuti di lipidi e calorie.
Per fare una scelta adatta alle proprie esigente è importante considerare alcuni dati. Il latte intero contiene 3,6 grammi di grassi e 64 calorie ogni 100 grammi di prodotto. Mentre il parzialmente scremato contiene tra 1,5 ed 1,8 grammi di grassi e 40 calorie ogni 100 grammi di latte. Il latte scremato infine contiene 0,3 grammi di grassi e 34 calorie ogni 100 grammi di latte. Resta invariato l’apposto di proteine e calcio. Il latte intero, a differenza di quello parzialmente scremato, contiene un maggior livello di vitamina A (37µg contro i19 µg), mentre il sodio tende ad essere più elevato nel parzialmente scremato rispetto all’intero. La scelta è rilevante solo in caso di patologie pregresse quali colesterolo, ipertensione o ipercolesterolemia, in cui è preferibile dirottare la scelta sui latti meno grassi, mentre in caso di ipertensione su quello con minor sodio.
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