Salute

Ecco il trucco per tagliare la cipolla senza lacrimare

A chi non è capitato di trovarsi nella imbarazzante situazione di mostrarsi in lacrime in un momento poco opportuno, per il semplice fatto di aver… accoltellato una cipolla? Una sensazione particolarmente sgradevole e fastidiosa quella causata dal taglio della cipolla, che ci costringe a lacrimare. Ma perché? La spiegazione è semplice: durante il taglio della cipolla si livera un enzima chiamato allinasi. Questa sostanza è un tentativo di difesa per la pianta rispetto eventuali animali intenzionati a cibarsene. Questi enzimi, trasformano ulteriori molecole presenti nella cipolla, note come isoallina, detta anche precursore lacrimogeno, in una seconda sostanza, l’acido sulfenico, che si trasforma nelle due forme di propantial-S-ossido, che sono i fattori lacrimogeni veri e propri.

Come evitare di lacrimare mentre si affettano le cipolle

Conoscendo il meccanismo, ci sono alcuni trucchi che possiamo mettere in campo per evitare di lacrimare disperati sulla povera cipolla. Tenendo presente che questi composti solo altamente volatili ed idrosolubili, ecco pronte due soluzioni pratiche e veloci. La prima si basa sulla volatilità di questi composti, e prevede di tagliare la cipolla sotto la cappa aspirante accesa. I composti volatili saranno dunque aspirati e non faranno in tempo ad agire sui dotti lacrimali dei nostri occhi. Il secondo trucco si basa sulla loro idrosolubilità, per cui basta tenere una ciotola piena di acqua fredda vicino durante il taglio, e bagnare frequentemente il coltello in acqua. Le cipolle tagliate o affettate andranno messe immediatamente a bagno, evitando così che i composti si propaghino.

Altri metodi per evitare di piangere

Uno dei metodi più fantasiosi che gira per le cucine è di tenere un sorso d’acqua in bocca. Sull’effettivo successo del metodo non possiamo garantire, ma è sicuramente un valido esercizio zen. Più efficace invece è il disporci a tagliare le nostre cipolle sotto l’acqua corrente o, ancora, tenerle in freezer per circa mezz’ora dentro un sacchetto. Il freddo e l’umidità rallenteranno l’azione dell’enzima, dandoci un po’ di vantaggio.

Sara Ester

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