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Cosa succede a chi mangia patate calde per abbassare la glicemia? Incredibile

Di solito le patate vengono eliminate o quanto meno notevolmente ridotte in chi segue un’alimentazione a basso indice glicemico. Questa voce, ignota a molti, misura la velocità di digestione ed assorbimento degli zuccheri e la loro capacità di influenzare i livelli di glucosio nel sangue. Purtroppo gli zuccheri non sono soltanto zucchero in cristalli, ma anche carboidrati e frutta. Alcuni cibi con alto IG (indice glicemico) alzano velocemente i livelli di glucosio. Le patate sono sconsigliate in caso di diabete perché hanno un elevato indice glicemico, ma è possibile ridurlo o ridurne gli effetti: vediamo come.

Come abbassare l’indice glicemico delle patate

Esistono alcuni modi per mitigare gli effetti dell’indice glicemico dei cibi che mangiamo. Il primo è introdurli in un pasto ricco di proteine. Nel caso delle patate anche il modo in cui vengono cotte influenza l’indice glicemico. Ne patate al forno hanno un IG di 95, quelle in purè un IG di 80. Le patate bollite senza buccia hanno IG 70, mentre -e questo è un dato interessante- se bollite con la buccia il loro IG è di 65.

Stranamente l’indice glicemico più basso di tutte le preparazioni lo otteniamo con la frittura, che però rende le nostre patate ricche di grassi più che qualsiasi altra preparazione.

Patate e glicemia

La buccia delle patate è ricca di fibre, sostanze in grado di ripulire il nostro organismo e migliorare il transito intestinale. Le fibre riescono inoltre a rallentare l’assorbimento degli zuccheri e ridurre i picchi glicemici. Cuocere le patate con la buccia permette anche di evitare la dispersione di alcuni importanti nutrienti in esse contenute. Non è invece un buon consiglio mangiarle calde, perché in acqua calda la struttura dell’amido si scompone in gel, perdendo la sua originale composizione in granuli che svolge la funzione di rallentare la digestione, dilatando i tempi di assorbimento del glucosio. Mangiarle fredde invece da tempo alla struttura dell’amido di riaggregarsi, pur in maniera diversa da quella del prodotto crudo, e questo ne migliora anche la digeribilità.

Sara Ester

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