Salute

Colesterolo: ecco a cosa fa male la frittura e non solo, la classifica degli oli

Il colesterolo alto è una problematica troppo spesso sottovalutata: purtroppo non da avvisaglie e l’unico modo per accorgersene è eseguire frequenti controlli. Il colesterolo è un grasso prodotto naturalmente dal nostro corpo, ma che può diventare troppo se introdotto anche attraverso l’alimentazione. Anche se la frittura è un metodo di cottura particolarmente amato e diffuso, bisognerebbe limitare i cibi fritti proprio perché fonte di colesterolo. Questo metodo è veloce ed economico e si presta a cuocere veramente qualsiasi cibo. Si possono friggere carne, pesce, formaggi, zucchine, fiori, melanzane, persino pomodori verdi e funghi. Oltre ovviamente a tutti i prodotti pre-fritti e pronti da cuocere, come patatine, crocchette, sofficini, nuggets, ecc. Non c’è nulla di male nel concedersi del fritto ogni tanto, ma è importante prepararlo nell’olio giusto per limitare i danni.

Frittura, ecco cosa sapere riguardo il rapporto con il colesterolo

La frittura è in grado di rendere appetitoso qualsiasi cibo. Purtroppo lo fa arricchendo ogni pietanza di calorie e grassi trans. Questo perché i cibi in frittura assorbono moltissimo olio, che oltre a rendere difficoltosa la digestione, rende particolarmente grassi anche i cibi più salutari. Diversi studi hanno dimostrato come mangiare spesso fritto aumenti il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, malattie cardiovascolari e obesità. Dovendo scegliere di mangiare fritto, certamente è da prediligere la frittura casalinga rispetto quella dei fast food o dei ristoranti, dove l’olio viene riutilizzato più volte o comunque almeno nell’arco dell’intero servizio.

Frittura, come procedere e ogni quanto

E’ bene non concedersi di mangiare fritto più di una volta a settimana. Anche l’olio che utilizziamo influenza non solo la qualità del fritto, ma anche i suoi potenziali danni per la salute. E’ necessario scegliere un olio con un punto di fumo molto elevato. Alcuni oli presentano una maggiore quantità di grassi saturi e monoinsaturi e sono più stabili in cottura.  Altri invece possono risultare nocivi se tenuti a lungo ad alte temperature. L’olio migliore per friggere come per condire resta l’olio di oliva, che riesce addirittura a conservare i suoi antiossidanti anche se sottoposto a calore. Simile per composizione a quello di oliva, il secondo olio migliore è quello di avocado. Segue l’olio di cocco, costituito al 90% da acidi grassi saturi ed in grado di resistere anche a fritture prolungate. Sono nocivi invece gli olii di soia, di colza, di sesamo, di mais e di girasole, che purtroppo trovano largo impiego nella ristorazione grazie al minor costo.

Sara Ester

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