Salute

Bere caffè per abbassare la glicemia? Incredibile

Spesso quando si pensa alla propria alimentazione, in questa non includiamo anche tutte le bevande e le bibite che ci capita di portare alle labbra durante la giornata. Magari si presta anche attenzione a quel paio di bicchieri di vino, ai succhi di frutta, agli energy drink… ma si finisce con il dare per scontate ed insostituibili altre bevande che insostituibili non sono affatto, come latte, birra e caffè, che in caso di diabete e glicemia alta andrebbero invece attenzionate. Vediamo nel dettaglio ognuna di queste bevande per capire cosa è bene bere per abbassare la glicemia scegliendo tra acqua, latte, birra o caffè.

Come una bevanda influisce sulla glicemia

Ovviamente, la soluzione migliore -ed anche quella inderogabile- è bere acqua. Noi siamo fatti al 70% di acqua e senza è impossibile sopravvivere. Il fatto che buoni livelli di idratazione riducano i livelli di glicemia nel sangue è soltanto un benefit. L’acqua aiuta il corpo ad eliminare il glucosio in eccesso, tanto che uno dei sintomi del diabete è proprio l’aumentata sete e un maggior volume di urine. Quanto al latte, considerato da molti un alimento indispensabile, ha un indice glicemico che varia tra 35 e 40, e le cui proteine e i grassi rallentano l’assorbimento dei suoi stessi zuccheri. Quindi possiamo ritenerla una bevanda consentita in caso di glicemia alta, ma non necessariamente indispensabile.

Cosa le offro, birra o caffè?

Tra le due scelte la preferibile è sicuramente il caffè, che pur avendo la capacità di influenzare negativamente la glicemia, specialmente se assunto a fine pasto, se assunta con limitazione è tollerabile per l’organismo. Purtroppo la caffeina altera il metabolismo degli zuccheri, a causa del procurato rilascio di adrenalina. Quella proprio da evitare sarebbe la birra, che già a partire dall’indice glicemico (ben 110!) è assolutamente sconsigliata ai diabetici. Ovviamente qualche strappo alla regola è sempre ammesso, a patto di tenere la glicemia sotto controllo attraverso il restante introito di zuccheri e carboidrati, e tramite l’assunzione di farmaci o insulina.

Sara Ester

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